IN ALBIS -24-

Quando i nostri rientrarono in casa, l’aiutante topolino ancora correva a perdifiato per concludere in tempo il proprio lavoro e, stremato, uditi gli abitanti di quella casa farne ritorno, tentava di dileguarsi in un bel buco dove trovare ristoro. Infine, constatata l’inospitalità di queste abitazioni moderne, infilò il solito taschino della camicia…

IN ALBIS -23-

Peccato, ragazzi, credo proprio sia ormai giunta l’ora di prendere e partire Partire? Partire, bambini… non sentite?l’aria è fresca, ormai, il sole sta calando Calando?ma se è ancora là, a metà del cielo Cielo!dico, è ora, davvero, o arriveremo a notte fonda Fonda tutta la sua vita sul ticchettio, sullo scoccare dell’ora Ora no, mamma, papà…

IN ALBIS -22-

Lui pensa di potersi portare tutto il peso del mondo sulle spalle, ma non è Atlante, e ciecamente finisce per scaricarcelo tutto addosso Addosso a me, intorno, sopra, dentro, nulla, se guardo solo il cielo penso di non esistere Esistere qui è fin troppo bello, fin troppo facile avere ossigeno di che respirare, sempre, a casa il cielo è troppo basso…

IN ALBIS -21-

Per poi quel giorno finalmente dire:Abbiamo visto un uomo volare Abbiamo visto un pastore Abbiamo visto qualcosa precipitare dal cielo Abbiamo visto un cane pastore Delle pecore Un cane e un bastone Il bastone le prendeva!Bambini, tornate qui sotto all’albero con mamma e papà.Guarda, mamma, ci sono ancora le nostre iniziali sul troncoPossiamo andare…

IN ALBIS -20-

Venne poi la vigilia del gran giorno. Quel gran giorno che in famiglia rappresentava simbolicamente l’arrivo della primavera, la domenica in albis. Era tradizione passare quella giornata in mezzo ai campi, pranzando al sacco, stesi su delle morbide tiepide coperte a godersi quell’ultima arietta fresca che si sentiva dall’odore che stava convertendosi…

IN ALBIS – 19 –

Io, a volte, non ricordo più se i miei occhi sono neri o blu. Non ricordo la forma della mia faccia e quanto siano lunghi i miei capelli. Me li devo toccare. Oppure mi devo guardare allo specchio. Vedi? Non è che io sia vanitosa come dite. Non m’interessa davvero di stare a guardarmi. Lo faccio per ricordarmi come sono. E’ perché quanto farò vorrei…

IN ALBIS -18-

Uscendo dalla palestra gli dissero che il padre vi era entrato per cercarlo, era preoccupato ed ansioso, l’avevano mandato agli spogliatoi, poi l’avevano visto uscire precipitosamente, infuriato ed infatti eccolo là, in macchina, pronto a riportare il figlio a casa, tenuto con cura separato da una lastra di minaccioso silenzio che il piccolo non osò…

IN ALBIS -17-

Tornò dal negozio di animali a quello di giocattoli e scambiò il malaugurato acquisto del marito con un pupazzo nero. Non era davvero quello che generalmente suol definirsi un pupazzo: era di legno. Una strana idea, che forse le scaturiva da qualche confusa mira educativa: non lo comprò infatti per spaventare il figlio, che da quella figura era terrorizzato…

IN ALBIS -16-

Non è mai stata viva più di quanto lo sia ora questo mio gatto morto, pensò, incrociando gli sguardi dei passanti, in cammino verso il negozio di giocattoli, questa gente che fa o corre o decide o subisce decisioni e per questo si sente viva o si sente d’esser viva decidendo di non decidere, di non correre, ticchettare, di non farsi comandare e soggiace…

IN ALBIS 15

In quel momento entrò in stanza il marito. Ne riconobbe i passi, alle spalle.che sa il dolce, il salato. L’aspro. Liscio e ruvido. Molle e guizzante, languido.Lui le appoggiò una mano sulla spalla, lei la coprì con la propria.Una lingua che riconosce.Ciao. Fu lui a dirlo.Che se riconosce, ricorda.Ciao. Raddoppiò lei, voltandosi.Stai meglio?Sì,…