TANJA

Come balsamo, serbo memoria di quella carrozza, a Mosca, ove sentii i tuoi seni e lisciai duro le tue cosce. Tu interdetta tollerasti e fremeva tutto il tuo corpo; ti indussi in cantina, ma ti negasti in nome di Julca. La tua costante presenza rende evidente l’impotenza del mio corpo malato, ma vivo, tra queste mura chiuse da sbarre. Una mascalzonata…