Una ragione per piangere.

             Ero entrato nella casa della mia famiglia quasi trafelato, arrivando in ritardo rispetto all’orario che avevamo pattuito, essendomi attardando al solito bar con i miei amici, quasi con indifferenza rispetto al fatto che tutti quanti ormai mi stessero aspettando e che presumibilmente si fossero…

Una minima vita possibile.

Sono tutte uguali le stanzette di questo istituto, ma a me la mia sembra più bella, più grande, più accogliente di qualsiasi altra. Spesso mi piazzo lì da solo, specialmente durante i lunghi pomeriggi, e mi sembra quasi che tutto sia migliore, e certe volte mi sento addirittura contento che i miei figli abbiano deciso di portarmi qui, dove sto…

Con sguardo estraneo (quasi una vecchia fotografia)

Dalla strada, sia a destra che a sinistra, si vedevano i bagnanti, durante la stagione, in un’aria così appiccicosa di caldo e di polvere che persino il mare, con la sua risacca dondolante e quasi bianco a quell’ora d’inizio della seconda metà del giorno, diventava in parte sgradevole, persino faticoso. I ragazzi spesso si sentivano arrivare…

Il miracolo quotidiano.

Mi ero preparato per uscire, in mente una leggera passeggiata senza impegno, indosso le scarpe adatte e gli abiti comodi e usuali di qualsiasi giorno, indifferenti alla ricorrenza festiva. Il mio appartamento pareva profumato di polvere impalpabile, di aria ferma e trasparente nei timidi raggi di sole pallido che penetravano dalle fessure tra le tendine…

Scena n. 17. Il pubblico.

Le persone in platea restano sedute in silenzio, guardano tutte nella stessa direzione, nessuna di loro volge lo sguardo dietro di sé, al massimo qualcuna osserva, ma solo per brevi istanti, la zona a fianco dove siede il proprio vicino. Gli uomini tengono un atteggiamento fermo, determinato, le donne al contrario mostrano una dolcezza di espressione…

Un ritratto da portare via.

L’impiegato della compagnia delle assicurazioni, dietro la sua scrivania al terzo piano del palazzo dove ha sede la direzione della società per cui lavora da quasi vent’anni, pensa a sua moglie in quel primo pomeriggio pieno di sole che filtra dai grandi finestroni a vetri che fronteggiano la strada, in un’aria leggermente sonnacchiosa, forse…

Scena n. 16. Presa di coscienza.

  Nessuno di noi può tacere su ciò che sta accadendo, diceva l’uno. Certo, tacere avrebbe significato soltanto avvallare ciò che succedeva, e di questo, nei fatti, nessuno di loro, e neppure qualsiasi altra mente aperta, poteva condividerne la triste realtà sotto gli occhi di tutti. Eppure c’era chi si limitava ad annuire, e rimaneva lì…

A margine dei fatti.

Mi ero seduto sopra un gradino di una piccola scalinata di pietra, giusto due o tre giorni fa, e avevo cercato di mettere a fuoco i pensieri, visto che non avevo proprio niente di meglio da fare. La gente passava e nessuno voltava la testa verso di me. Giusto, riflettevo, cosa ci sarebbe mai stato da guardare di un uomo seduto che non ha niente da…

Contemporaneo.

Non c’è niente nella mia testa, niente di tutto ciò che in tante occasioni avrei voluto manifestare, quando magari serviva prendere qualche buona decisione, per esempio, ed io invece sono rimasto lì, a guardarmi attorno e a starmene in silenzio. Qualcuno forse mi ha posto una domanda, ma io non ho risposto, mi sono limitato ad osservare il mio…

(Profilo n. 8). Estraneo al mondo.

Sto da solo in questa mia cuccia calda, e penso a tutto il mondo che lentamente continua a muoversi, a girare indifferente per conto suo, senza che questo abbia minimamente qualcosa a che fare con le mie idee, i miei propositi, la mia maniera di essere. Certe volte, senza che ne sia preoccupato, sento che qualcuno cerca di tenermi d’occhio, aspetta…